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Sondaggio: cibo fresco o surgelato ?

2009-03-27 Articolo successivo - Stampa

Abstract: A volte sono illeggibili, in qualche caso nascoste, eppure le etichette dei prodotti alimentari sono regolate da norme a livello europeo. Per non parlare poi dei surgelati che comportano delicati problemi di conservazione e di trasporto. Oggi sono in molti a domandarsi se sia piů conveniente comprare cibi freschi o surgelati.
di Valeria Blanco





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Barbara Masulli: E’ vero che a volte il cibo surgelato può presentare maggiori garanzie rispetto ad un prodotto che viene presentato come fresco ma che in realtà non lo è, noi come distinguiamo un surgelato?

Avv. Melpignano: Il modo ce lo offre il legislatore, l’art 2 del decreto legislativo 110/92, definisce con esattezza che cosa è un prodotto surgelato, per intanto deve essere venduto come surgelato e fin qui sembra troppo facile, deve poi rispettare un particolare processo di produzione che si chiama surgelazione che consente di mantenere intatta e invariata per tutte le fasi e in tutti i punti del prodotto una temperatura costante pari o inferiore ai 10 gradi centigradi.

Barbara Masulli: Ne approfittiamo per rispondere ad una mail. La signora Anna ci ha scritto che le è stato venduto un cibo presentato come fresco ma in realtà era surgelato, che cosa deve fare?

Avv. Melpignano: Alla signora Anna abbiamo risposto, c’è un articolo del codice penale, 515, che punisce la frode in commercio, mi vendi una cosa al posto di un’altra. Il legislatore è molto attento e punisce anche il tentativo. Mi spiego meglio, quando entriamo in un ristorante e leggiamo il menù o quando andiamo al mercato e vediamo una bancarella la merce lì esposta è un modo di proporsi è un invito a contrarre, per cui se il pesce che mi si vuol vendere come fresco in realtà è surgelato, c’è una frode in questo caso.

Barbara Masulli: La tutela è prevista anche per i cibi confezionati, come il caffé sottovuoto, i sottaceti.

Avv. Melpignano: L’attenzione del legislatore non è solo nel distinguere fra cibi freschi e surgelati ma è anche sula data di conservazione che è un elemento fondamentale se vogliamo trovare nel prodotto che acquistiamo le caratteristiche che cerchiamo. Ecco perché si è proceduto ad una distinzione e sulle confezioni possiamo trovare “da consumare entro” o “da consumare preferibilmente entro”, è una differenza fondamentale: il primo è un termine perentorio, cioè dopo quel termine non vi è più garanzia sulla qualità del prodotto, “consumare preferibilmente entro” significa che il prodotto anche consumato dopo è buono, ma non mantiene quelle caratteristiche che noi cerchiamo di contenuti nutrizionali.

Barbara Masulli: La data di produzione e quella di scadenza sono obbligatorie?

Avv. Melpignano: La data di produzione e la data di scadenza non sono entrambe obbligatorie, deve essere indicata la data di scadenza mentre quella di produzione, ad esempio per i prodotti sottovuoto, non è obbligatoria che sia indicata, quindi io non sono in grado di sapere quando tutto questo è accaduto ma il dato che ho è quando questo prodotto deve essere consumato.

Barbara Masulli: In qualche caso sulla confezione troviamo solo l’anno di scadenza, in altri il mese e l’anno, in altri anche il giorno, qual è la differenza?

Avv. Melpignano: Per legge non è prevista una scadenza per ciascun prodotto quindi si segue il criterio dell’immediatezza del consumo, i prodotti che devono essere consumati entro 3 mesi devono portare l’indicazione del giorno, del mese e dell’anno, i prodotti che devono essere consumati entro 18 mesi devono recare l’indicazione del mese e dell’anno di scadenza, oltre i 18 mesi è sufficiente indicare l’anno di scadenza. Ci sono però alcuni prodotti che non scadono e quindi non si indica nessuna scadenza, ad esempio il sale da cucina, l’aceto o i vini liquorosi.

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Approfondimenti: Cibo > Alimentazione > Surgelati > Cucina >

Autore: SalvaDiritti
Fonte: SalvaDiritti

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